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17 dicembre 2010

Orgoglio Fascista

Ieri sera è andata in onda l’ennesima puntata dello spregevole spettacolo di regime offerto dal piccolo governo berlusconiano. Il palcoscenico era quella di Santoro, e in studio era presente il Ministro della Difesa La Russa. La situazione è diventata incandescente quando un giovane studente universitario (un piccolo Nanni Moretti) prese la parola per rivendicare le ragioni e spiegare le cause dei movimenti di protesta che da un paio d’anni riempiono le piazze d’Italia. Forse già il gesto di dare la parola ad un dissidente manifestante non deve essere andata giù al ministro se è vero, come è accaduto di lì a poco, che dopo appena qualche battuta ha cominciato inspiegabilmente ad agitarsi. La sua agitazione, trattenuta a stento da Santoro, è diventata collera quando il preparato rappresentante, anziché intimorirsi dinanzi alle scenografiche interruzioni del ministro si è dimostrato ancor più deciso a raccontare le questioni e le richieste politiche che lamentava quella piazza. Il furioso ministro, tuttavia, oltre a dargli ripetutamente del vigliacco (alla Sgarbi-maniera) ed a cercare di zittirlo ha ritenuto di non dover alcuna risposta alle pressanti rivendicazioni.
In realtà, qualche attimo prima, l’ottimo Ruotolo aveva preparato un contributo sulle scene di violenza del 14 dicembre in Piazza del Popolo a Roma. In quel servizio si sono viste delle scene molto dolorose, di volti insanguinati, di persone pestate, di uomini in divisa accerchiati. La violenza registrata in quella giornata è stata inaudita e per la prima volta, si è detto, non praticata da esperti teppisti ma da persone esauste e vessate che hanno sfogato con la violenza la rabbia per le difficoltà della propria vita, i sogni demoliti, i progetti spezzati da disoccupazione e povertà. Sicuramente vi erano dei professionisti della violenza tra quei manifestanti, ma non è questo che dovrebbe far paura. Dovrebbe preoccuparci più di tutto la possibilità che a far violenza ci potessero essere persone che, dopo anni passati a fare appelli, raccogliere delle firme, produrre slogan, salire sui tetti, oggi sono esasperate e svuotate dalle porte chiuse in faccia dal potere. Dall’assenza di dialogo, dall’arroganza di chi dovrebbe ascoltare i loro bisogni. Aver trasformato questa gente in pericolosi teppisti è certamente colpa di chi non ha saputo raccogliere per tempo il grido di disperazione di questa società ormai sull’orlo del precipizio.
Per questo cercare il duello verbale o peggio intimidire l’interlocutore è l’errore più grande che potrebbe fare un rappresentante delle Istituzioni quale è La russa. Che peraltro, qualche minuto dopo, rivendicava orgogliosamente il passato da fascista militante. Forse non il massimo per un membro del Governo della Repubblica che, oggi più che mai, dovrebbe fare del dialogo e della solidarietà la missione principale della propria azione, per tentare di tirare fuori la società italiana dalla pericolosa spirale di violenza e disgregazione sociale che la sta consumando.

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