Il blog di Vittorio Arrigoni si presenta così.
“Guerriglia alla prigionia dell'Informazione. Contro la corruzione dell'industria mediatica, il bigottismo dei ceti medi, l'imperdonabile assopimento della coscienza civile. La brama di Verità prima di ogni anelito, l'abrasiva denuncia, verso la dissoluzione di ogni soluzione precostituita, L'infanticidio di ogni certezza indotta [..]. L'abbuffata di un pasto nudo, crudo amaro quanto basta per non poter esser digerito.”
Vik era un attivista per i diritti umani dell’International Solidarity Movement, un pacifista che arrivava al limite delle zone di guerra, “Utopia” il suo soprannome. Informava il mondo di cosa gli capitava tra una minaccia di morte e una campagna di sostegno attraverso internet, i social network, Youtube.
A Gaza city, un ghetto martoriato da bombardamenti israeliani un giorno sì e uno no, sovrappopolato come pochi luoghi sul pianeta, è difficile fare una stima di quante migliaia di persone si sono riversate nelle strade della città ballando, urlando e cantando una sola univoca richiesta: la fine delle divisioni fra Fatah e Hamas.
Sono queste alcune delle ultime righe che Vittorio ha condiviso con l’esterno, con il mondo, molto spesso spettatore non pagante ed apatico dinanzi alle crescenti violenze ed alle violazioni dei diritti umani che tolgono prima la libertà, poi la dignità, infine la vita.
Vittorio Arrigoni dovrebbe rappresentare per tutti gli italiani motivo di orgoglio e fierezza. Lui che ha dedicato la sua vita ad osservare, a soffrire e raccontare gli orrori della guerra e della sottomissione, che ha pagato con la sua stessa vita questa sua volontà di denunciare i dolori degli oppressi.
La costruzione di un altro mondo possibile ispirava la sua forte motivazione, la sua coscienza, il suo sacrificio. A questo suo grande sogno ha dedicato la vita. L’unico modo, per lui, di sentirsi vivo.
Sei grande, non ti dimenticheremo mai.
Grazie Vik!